Molecola del Mese
di David S. Goodsell
trad di Mauro Tonellato

Nitrobindina


Molecola del Mese di Dicembre 2010
La nitrobindina è una proteina vegerale che contiene un gruppo eme che permette alla pianta di immagazzinare ossido nitrico in modo sicuro

Introduzione

Le proteine svolgono la maggior parte del lavoro nella cellula . Alcune proteine, però, per funzionare correttamente, hanno bisogno dell'aiuto di altre molecole.
L'emoglobina (mdm 5-2003) , per esempio, utilizza una grossa molecola chiamata eme (mostrata qui a lato) per intrappolare l'ossigeno gassoso O
2, una molecola molto piccola che altrimenti sarebbe difficile da catturare. L'eme è una molecola planare che possiede quattro atomi di azoto (blu) che sostengono nel centro un atomo di ferro (arancione). Svolge compiti molto diversi inserito in vari tipi di proteine.
Nei citocromi, per esempio, l'eme trasporta elettroni, nella cicloossigenasi ossida l'acido arachidonico e in alcune proteine trasporta molecole gassose come l'ossigeno O
2 (nell'emoglobina o nella mioglobina) o l'ossido nitrico NO.
Quando i ricercatori del CESG hanno scoperto una nuova proteina contenente eme nella pianta Arabidopsis, si sono subito incuriositi e si sono chiesti quale fosse la funzione di questo nuovo eme.








L'eme esposto

La nuova proteina, illustrata qui a fianco, è stata chiamata nitrobindina (file PDB 3emm) perché è in grado di trasportare ossido nitrico NO.
La posizione del gruppo eme, rosso e ben visibile in figura, è risultata davvero strana perchè si trova sulla superficie della proteina, esposto al solvente. Nelle altre proteine contenenti eme, invece, il gruppo eme si trova sepolto in profondità all'interno della proteina, circondato da alcuni amminoacidi particolari che si dispongono proprio sopra e sotto l'atomo di ferro per proteggerlo da eventuali molecole dannose.
Per esempio, nell'emoglobina, l'eme è circondato da due istidine, una che si lega al ferro sotto il piano dell'eme e lo tiene nella giusta posizione, l'altra che si trova vicina al ferro sopra il piano dell'eme e lascia libero uno spazio appena sufficiente per il passaggio dell'ossigeno che si deve legare al ferro, ma ostacola parzialmente l'ingresso di molecole dannose come il monossido di carbonio CO e il cianuro CN-.
Nella nitrobindina, invece, l'eme è circondato da una sola istidina che lega il ferro dietro il piano dell'eme per tenerlo in posizione, ma dall'altro lato, quello esterno, il ferro è libero, così può interagire con l'acqua e con l'ossido nitrico. Questo fatto comporta che, in presenza di ossigeno, il ferro si ossida rapidamente passando dallo stato di ossidazione 2+ a 3+ e in questo stato ha una scarsa tendenza a legare sia ossigeno O
2 che ossido nitrico NO.

Gestire l'ossido nitrico
Gli esperimenti hanno rivelato, comunque, che la forma ridotta della proteina, che contiene ferro 2+, si lega all'ossido nitrico NO con una buona affinità. Questo ha aperto un interrogativo sulla funzione di questa proteina. L'ossido nitrico, nonostante la sua tossicità, è largamente utilizzato nel mondo animale come ormone, in particolare per controllare il flusso sanguigno locale. Gioca un ruolo simile nelle cellule vegetali come parte di una complessa rete di segnalazione che decide cosa fare quando le cellule vengono infettate o danneggiate. Un indizio per capire la funzione della nitrobindina è fornito da un'altra proteina simile che lega ossido nitrico, la nitroforina.
La nitroforina viene prodotta dagli insetti che succhiano sangue ed è usata per trasportare NO alle loro vittime, dove dilata i vasi sanguigni e permette all'insetto di ottenere più sangue. La nitrobindina può giocare un ruolo simile nelle piante permettendo di immagazzinare NO in modo sicuro per utilizzarlo in un secondo momento.

Un'altra nitrobindina
Dopo aver studiato la struttura della nitrobindina di Arabidopsis, i ricercatori hanno cercato nel genoma umano e hanno trovato una proteina simile, la proteina THAP4 che contiene un dominio con un gruppo eme simile a quello della nitrobindina.
Le due proteine (nitrobindina 3emm e THAP4 3ia8) sono mostrate qui sotto affiancate. Entrambe hanno una catena proteica organizzata in modo da formare un cilindro beta perfettamente simmetrico. All'estremità superiore hanno una tasca che lega l'eme con una istidina (rosa) , posta dietro il piano dell'eme, che lega direttamente il ferro e, in basso, hanno una breve porzione ad alfa elica con solo tre avvolgimenti. Di fronte all'eme vi è una seconda istidina (rosa) che aiuta a tenerlo in posizione.
Notate che i segmenti beta sono tutti antiparalleli, infatti le punte delle freccie della catene adiacenti guardano da parti opposte. La catena sale e scende con regolarità per formare le pareti del cilindro beta.



Nella figura qui sotto, vista dall'alto, si vede ancora meglio la struttura cilindrica beta e il legame dell'istidina superiore con il ferro dell'eme nella nitrobindina.

. . . . . . . . . . . . . . . . . .

Esplorando la struttura
Le due immagini qui sotto mostrano un particolare della nitrobindina di Arabidopsis (file PDB 3emm), e permettono di vedere meglio la molecola d'acqua (rossa) legata all'eme nella stessa posizione nella quale si lega l'ossido nitrico.
Dietro l'eme, dalla parte opposta rispetto a quella occupata dalla molecola d'acqua, si vede l'anello dell'istidina che lega il ferro e tiene l'eme nella giusta posizione.




Bibliografia
Bianchetti, C. M., Blouin, G. C., Bitto, E., Olson, J. S. & Phillips, G. N. Proteins 78, 917- 931 (2010).
Wendehenne, D., Durner, J. & Klessig, D. F. Curr. Op. Plant Biol. 7, 449-455 (2004).

 

spazio

Molecola del Mese - Indice completo

PianetaChimica home