Molecola del Mese
di David S. Goodsell
trad di Mauro Tonellato

Glucanosaccarasi


Molecola del Mese di Giugno 2011
I batteri aderiscono ai denti costruendo un biofilm di catene appiccicose di zuccheri difficili da rimuovere

Introduzione
Anche se ci laviamo i denti due volte al giorno con un dentifricio al fluoro, usiamo il colluttorio ed evitiamo i dolci, continuiamo ad avere problemi di carie ai denti. La carie è causata da batteri che si nutrono degli zuccheri che mangiamo, li fermentano e producono acidi. Questi acidi erodono i sali minerali che costituiscono lo smalto e le strutture più interne dei nostri denti. Con una normale igiene orale, dovrebbe essere facile spazzare via i batteri ed eliminarli definitivamente, in realtà la battaglia è molto più complessa perchè i batteri hanno messo a punto delle strategie per resistere.

Zuccheri appiccicosi
I batteri che provocano la carie usano un enzima, la glucanosaccarasi, mostrata qui a destra (file PDB 3aic), per costruire catene lunghe e appiccicose di zuccheri chiamati glucani usando come materiale di partenza gli stessi zuccheri che introduciamo con il cibo. Questi glucani incollano i batteri alla superficie dei denti formando un biofilm che è difficile da rimuovere. I ricercatori stanno studiando la struttura di questo enzima per creare degli inibitori che ne blocchino l'azione e rendere più vulnerabili i batteri. Sperano così di sconfiggere il problema della carie dentaria che affligge milioni di persone nel mondo.

Glucani in crescita
La glucanosaccarasi catalizza due reazioni.
Nella prima l'enzima cattura il saccarosio, un disaccaride, e lo taglia a metà separando glucosio e fruttosio, i due zuccheri che lo compongono.
Nella seconda, dopo aver rilasciato il fruttosio, l'enzima lega il glucosio alla catena di glucano in crescita.
La glucanosaccarasi è una grande proteina con molti domini. Queste reazioni vengono compiute nella parte centrale dell'enzima che è quella riportata qui. L'enzima però possiede anche altri domini che servono ad ancorarlo ad altre catene di glucano.


Identico, ma diverso
Quando la sequenza di amminoacidi della glucanosaccarasi è stata confrontata con quella di altri enzimi noti che tagliano gli zuccheri, si è scoperto che è molto simile alla alfa-amilasi (mdm 2-2006), ma la sequenza è permutata. Le porzioni all'inizio e alla fine della glucanosaccarasi si trovano, infatti, nel mezzo della catena della alfa-amilasi. Quando la struttura della glucanosaccarasi è stata risolta, si è visto chei due enzimi hanno un avvolgimento della catena molto simile, come accade sempre nelle proteine con permutazione circolare (mdm 4-2010). Si può verificare questo fatto confrontando le due strutture mostrate qui sotto: sulla sinistra è illustrata la glucanosaccarasi di Streptococcus mutans (file PDB 3aie), mentre sulla destra è mostrata la alfa-amilasi umana, dal file PDB 1smd. Nella figura le catene sono evidenziate con colori che vanno dal rosso, dove inizia la catena (estremità COOH), fino al blu, all'estremità opposta (estremità NH2).


Esplorando la struttura
Finora sono state risolte le strutture di due glucanosaccarasi di due batteri diversi, Streptococcus mutans (file PDB 3aie, mostrata qui sopra a sinistra), e Lactobacillus reuteri (file PDB 3hz3, mostrata qui sotto). L'enzima di Lactobacillus è stato studiato in molti modi. Per esempio, è stata usata una forma mutata dell'enzima per rivelare la struttura del suo legame con il saccarosio. La mutazione inceppa l'enzima e gli impedisce di realizzare la reazione di scissione del saccarosio.
Nella figura qui sotto si vede il saccarosio legato nel sito attivo dell'enzima mutato. Si nota l'anello grigio a pentagono del fruttosio e quello beige ad esagono del glucosio legati tra loro e si notano anche due amminoacidi del sito attivo dell'enzima coinvolti nella reazione di scissione, l'acido glutammico 1063 (rosa) e l'asparagina 1025 (gialla), responsabile dell'attacco nucleofilo al saccarosio.

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Qui sotto sono mostrati, visti dall'alto, il saccarosio (glucosio rosa e fruttosio giallo) e i due amminoacidi del sito attivo coinvolti nella reazione di idrolisi.

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Qui sotto è mostrata una struttura dello stesso enzima che lega due molecole di maltosio (file PDB 3kll) che permette di individuare la posizione dove viene legata la grossa catena di glucano. Si nota che le due molecole di maltosio, ognuna costituita da due anelli di glucosio (rosa), occupano una posizione laterale nel sito attivo, distinta da quella occupata dal saccarosio nella figura precedente.

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Nell'immagine animata seguente, si alternano due immagini.
La prima mostra il saccarosio intero prima della espulsione del fruttosio giallo
La seconda è un'immagine composita ottenuta sovrapponendo le due strutture precedenti, che ci fa capire come si presenta l'enzima nel mezzo della reazione, quando il fruttosio è stato eliminato dal saccarosio, lasciando una molecola di glucosio (anello rosa a sinistra) pronta per essere incorporata nella catena di glucano (rappresentato dalla due molecole di maltosio più a destra).

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Spunti per ulteriori esplorazioni
1. Esaminando i complessi della glucanosaccarasi con zuccheri, troverete che ci sono altri siti oltre al sito attivo che legano altre molecole di zucchero. Pensate che questi abbiano un ruolo nel funzionamento dell'enzima oppure si tratta solo di artefatti sperimentali?
2. Provate ad usare la funzione "Compare Structures" nel sito PDB per esplorare la permutazione circolare della glucanosaccarasi e della alfa-amilasi


Bibliografia
K. Ito, S. Ito, T. Shimamura, S. Weyand, Y. Kawarasaki, T. Misaka, K. Abe, T. Kobayashi, A. D. Cameron and S. Iwata (2011) Crystal structure of glucansucrase from the dental caries pathogen Streptococcus mutans. Journal of Molecular Biology 408, 177-186.
A. Vujicic-Zagar, T. Pijning, S. Kralj, C. A. Lopez, W. Eeuwema, L. Dijkhuizen and B. W. Dijkstra (2010) Crystal structure of a 117 kDa glucansucrase fragment provides insight into evolution and product specificity of GH70 enzymes. Proceedings of the National Academy of Sciences USA 107, 21406-21411.
J. D. B. Featherstone (2008) Dental caries: a dynamic disease process. Australian Dental Journal 53, 286-291.

 

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